Pfizer e BioNTech chiederanno l’autorizzazione per la terza dose

Autore: Andrea Celi

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Covid Vaccino Pfizer-BioNTech

(shutterstock.com)

Questo articolo di Graison Dangor è apparso su Forbes.com

Pfizer e BioNTech hanno annunciato giovedì che, secondo una ricerca, l’assunzione di una terza dose del loro vaccino fornisce un’ulteriore protezione dal Covid-19, inclusa la variante Delta. Le due aziende chiederanno alla Food and Drug Administration (Fda, l’ente governativo statunitense che regolamenta i prodotti alimentari e farmaceutici) l’autorizzazione di emergenza per somministrare la dose entro le prossime settimane.

I fatti chiave

  • Uno studio non ancora pubblicato dalle aziende mostra che una terza dose del vaccino Pfizer-BioNTech sei mesi dopo la seconda protegge dal ceppo originale di Covid-19 e dalla variante Beta.
  • Dopo sei mesi, hanno spiegato Pfizer e BioNTech, il loro vaccino a due dosi perde parte della sua capacità di proteggere dal contagio e dai sintomi, anche se continua a impedire di sviluppare una forma grave. Le aziende hanno fatto riferimento ai dati dei loro studi e a quelli del ministero della salute di Israele, paese con un’alta percentuale di popolazione vaccinata che ha recentemente visto un’ondata della variante Delta.
  • Dopo il richiamo, gli anticorpi contro le varianti originali e Beta erano “da cinque a dieci volte più alti”, secondo quanto dichiarato dalle società in un comunicato stampa.
  • Le aziende ritengono che un richiamo aumenterebbe anche la protezione contro la variante Delta, sulla base di uno studio di Nature.
  • Pfizer e BioNTech ad agosto lanceranno la sperimentazione di un vaccino mirato specificamente alla variante Delta.
  • Le società hanno affermato che “nelle prossime settimane” invieranno alla Fda i dati necessari per la richiesta di autorizzazione di emergenza e che pubblicheranno i dati in una rivista peer-reviewed.
  • Le aziende invieranno i dati anche all’Agenzia Europea del farmaco, l’ente che regola i medicinali nell’Unione Europea, e – ha affermato un portavoce – è “in discussione con l’Ue e altre regioni” sulle autorizzazioni di emergenza.
  • Uno studio separato, pubblicato giovedì su Jama Oncology, ha scoperto che il vaccino è sicuro per i malati di cancro, anche se la maggior parte non ha sviluppato anticorpi fino a dopo la seconda dose e il 14% non li ha sviluppati affatto.

Un fatto correlato

La Fda, che è responsabile dell’approvazione dei vaccini, giovedì sera ha rilasciato una dichiarazione congiunta con il Cdc (Centers for Disease Control and Prevention, organo statunitense di controllo sulla sanità) che sembrava rispondere alle notizie arrivate da Pfizer e BioNTech: “Gli americani che sono stati completamente vaccinati non hanno bisogno di una dose di richiamo in questo momento”. Sia le due agenzie che il National Institutes of Health (agenzia del dipartimento della Salute e dei Servizi Umani statunitense), continua la dichiarazione, stanno studiando “se o quando potrebbe essere necessario un richiamo”.

Il contesto

Capire se i richiami funzionano, e quanto, è importante perché gli scienziati si aspettano che i vaccini perdano forza nel tempo. Il ritmo della vaccinazione è molto diseguale: a livello globale, solo una persona su quattro ha ricevuto almeno una dose di vaccino; negli Stati Uniti, al ritmo attuale, almeno 15 stati non saranno in grado di vaccinare parzialmente o completamente il 70% dei residenti fino al 2022. Di conseguenza, è probabile che alcune persone abbiano bisogno di dosi di richiamo prima che altre abbiano ricevuto la prima.

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