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MESSINA. Alle 11 del 28 gennaio un’immagine con un grande punto interrogativo è comparsa simultaneamente sulle pagine social di 90 live club italiani, di cui 5 in Sicilia. Fra questi anche il Retronouveau di via Croce Rossa: da anni il punto di riferimento per gli amanti della musica dal vivo in città e una delle poche realtà virtuose nell’asfittico panorama culturale cittadino.
Sono le foto delle facciate, dei palchi e delle porte di ingresso che negli anni, per tutti gli appassionati, hanno rappresentato la via di accesso a un concerto o a un evento. Nell’immagine, oltre al logo della sala, compaiono l’anno di nascita e il 2021, a suggerire il possibile anno di chiusura, a causa delle incertezze sul futuro e alle conseguenze della pandemia da Covid-19, che nel 2020 hanno portato alla chiusura obbligata dei locali.
“L’ultimo Concerto?”, si legge nelle didascalie condivise sui social, con un hashtag che potrebbe anche lasciare intendere che l’ultima esibizione dal vivo c’è già stata.
«Quando parliamo di Live Club – si legge nella nota stampa diffusa da KeepOn Live, Arci e Assomusica, promotori dell’iniziativa – dobbiamo pensare anzitutto a un insieme di strutture da mantenere, a uno staff composto da numerose persone che investono energie ed impegno costanti per offrire una proposta legata alla musica contemporanea di qualità. Parliamo di spazi che si trovano oggi in una situazione di assoluta emergenza, senza alcuna certezza sul futuro e sulla effettiva possibilità di riuscire a superare questa lunga fase di crisi. Parliamo di palchi che negli anni hanno ospitato e cresciuto artisti di ogni genere, compresi quelli che oggi vengono acclamati negli stadi e nei grandi festival nazionali e internazionali e di spazi che hanno formato le figure professionali più affermate e riconosciute di questo settore. Sale concerto e live club sono fucine di cultura. Luoghi che permettono ai musicisti di esprimersi, di creare e diffondere arte, di incontrare il pubblico. Ben lontano dall’essere meri punti di ritrovo, queste realtà si distinguono dai tanto discussi protagonisti della movida per la loro capacità di veicolare aggregazione e socialità creativa e sicura nei territori. Sono spazi che, nella maggioranza dei casi, sono rimasti in rigoroso e rispettoso silenzio da ormai un anno».
In Sicilia, gli spazi che oggi, sotto ai tanti punti interrogativi, hanno voluto mostrare le loro facciate, sono: Candelai, Fabbrica102 e Arci Tavola Tonda (Palermo), il Retronouveau di Messina e il Lebowski di Ragusa.
«Tutti insieme – prosegue la nota – si sono presi per mano per mandarci un segnale, aderendo a quella che a tutti gli effetti si intuisce essere una campagna di carattere nazionale: creando una mappa di punti interrogativi che costellano l’intero Stivale I live club e le sale concerto siciliane portano sulle spalle il peso di quasi un anno di chiusura. L’iniziativa porta a riflettere sulla condizione in cui si trovano i live club e le sale concerto. Attualmente, nonostante il ruolo enorme che questi spazi hanno in termini di creazione, promozione e diffusione di cultura, e il loro indiscutibile valore sociale, si può dire che siano stati pressoché ignorati dai numerosi decreti susseguitisi in questi mesi. Provvedimenti che hanno sì citato cinema e teatri in tema di spettacolo, ma non hanno dedicato la dovuta attenzione a queste realtà che rischiano di scomparire. L’impatto di queste oltre novanta foto e i relativi interrogativi, decisamente, però non è trascurabile. Quale sarà il prossimo passo?».
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