“Pietro Consagra. Il colore come materia” in mostra al Teatro antico di Taormina – Tempo Stretto

Autore: Veronica Carrozza

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Una selezione di opere dell’artista, realizzate tra il 1964 e il 2003, intrecciano un inedito dialogo con le memorie del Teatro Antico di Taormina e con il paesaggio circostante

In occasione del centenario della nascita di Pietro Consagra (Mazara del Vallo, 1920 – Milano, 2005), il Teatro Antico di Taormina ospita la mostra Pietro Consagra. Il colore come materia.

A cura di Gabriella Di Milia e Paolo Falcone, l’esposizione è promossa dalla Regione Siciliana, Assessorato ai Beni Culturali e dell’Identità siciliana, dal Parco Archeologico Naxos Taormina, diretto da Gabriella Tigano, con l’organizzazione di Electa, in collaborazione con l’Archivio Pietro Consagra; il progetto di allestimento è curato dall’architetto Ruggero Moncada di Paternò.

Una selezione di opere dell’artista, realizzate tra il 1964 e il 2003, intrecciano un inedito dialogo con le memorie del Teatro Antico di Taormina e con il paesaggio circostante, in un percorso en plein air aniconico e atemporale.

Nuova lettura delle opere

Per Consagra la scultura è “fantasia, ricerca, esperienza e provocazione” e questa mostra intende proporre al visitatore una lettura della sua opera, attraverso nuovi codici percettivi e linguistici della contemporaneità.

La politica e il sociale

Sin dall’inizio del suo percorso artistico, Consagra ha inteso esprimere le idee che si agitavano nel suo tempo: come afferma in Vita mia del 1980 “Volevo riportare sulla materia il rapporto che avevo con la società, un risentimento politico per come le cose andavano e nello stesso tempo dispormi necessario coerente, giustificato”.  Per questo la sua scultura non si è mostrata isolata in sé stessa ma è entrata nello spazio sociale e civile, trasmettendo un pensiero autonomo e autentico.

Il legame con la Sicilia

Un sentimento profondo ha legato Consagra alla Sicilia, terra natale ferita, che ha trovato compimento nella ricostruzione della nuova Gibellina dopo il terremoto del ’68, così come è emerso nella mostra a Palazzo Steri di Palermo del 1991, dedicata al colore come materia spirituale, energia vitale sia in scultura che in pittura.

Con la sua opera, il suo pensiero e i suoi scritti, l’artista rappresenta la metafora di un’identità che si può ricondurre alle origini mediterranee ma è soprattutto la sua rivoluzionaria concezione dell’opera nello spazio ad aver aperto la strada alle nuove generazioni di scultori come Kounellis e altri.

E l’opera di Consagra continua ad essere un messaggio di speranza perché proprio oggi l’arte sia nuovamente “la salvezza della spiritualità collettiva e della fiducia in crisi”.

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