[ad_1]
Un po’ di shopping in Europa per promuovere l’open banking. Visa ha annunciato di aver firmato un accordo per acquistare la piattaforma europea Tink, mettendo sul piatto un’offerta da 1,8 miliardi di euro. Integrata con più di 3.400 banche e istituzioni finanziarie per 250 milioni di clienti bancari in tutto il Vecchio Continente, la fintech fondata nel 2012 a Stoccolma manterrà il marchio e il team di gestione. E la sede rimarrà nella capitale svedese.
Come funziona Tink?
Tink sostanzialmente è una piattaforma che consente a banche e startup di accedere ai dati finanziari dei consumatori e che gestisce i pagamenti al di fuori delle tradizionali reti bancarie. Attraverso un singolo API (Application Programming Interface) consente ai propri clienti di accedere a dati finanziari aggregati, utilizzare servizi finanziari intelligenti e creare strumenti di gestione delle finanze personali. L’accordo portato a termine da Visa va in una direzione piuttosto chiara: espandersi oltre alla sua attività principale di gestione dei pagamenti con carta, accelerando l’adozione dell’open banking in Europa e garantendo una piattaforma sicura e affidabile. Tra gli accordi chiusi in Italia della fintech svedese c’è anche quello con Enel X, business line del gruppo Enel, che ha annunciato ad ottobre 2020 Tink come proprio fornitore di tecnologia di open banking.
“In Tink abbiamo trovato un partner forte con il quale possiamo accelerare l’innovazione nell’open banking a beneficio dei nostri clienti collettivi e dei cittadini dell’UE, investendo in posti di lavoro tecnologici altamente qualificati nel continente”, ha dichiarato Charlotte Hogg, ceo di Visa Europe. Dall’altra parte, la fintech svedese trova nella rete Visa una possibilità per “muoversi più velocemente e andare più lontano che mai”, come riferito dal ceo e co-fondatore di Tink, Daniel Kjellén. “Negli ultimi dieci anni abbiamo lavorato senza sosta per trasformare Tink in una piattaforma di open banking leader in Europa e siamo incredibilmente orgogliosi di ciò che l’intero team di Tink ha creato insieme. Abbiamo costruito qualcosa di incredibile e allo stesso tempo abbiamo solo scalfito la superficie. Visa è il partner perfetto per la prossima fase del viaggio di Tink e siamo incredibilmente entusiasti di ciò che questo porterà ai nostri dipendenti, clienti e per il futuro dei servizi finanziari”.
L’accordo rimane soggetto all’approvazione normativa e arriva appena sei mesi dopo che Visa ha abbandonato la sua acquisizione da 5,3 miliardi di dollari di Plaid, dopo che il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha intentato una causa antitrust. I regolatori antitrust avevano detto che l’accordo avrebbe ridotto la concorrenza e “privato i commercianti e i consumatori americani di questa alternativa innovativa”.
L’accordo con Tink, secondo Simon Taylor, cofondatore di 11:FS, società di consulenza sulla tecnologia finanziaria, potrebbe sollevare simili preoccupazioni per gli organismi di vigilanza antitrust in Europa. “Visa sta cercando di impedire la concorrenza attraverso questa acquisizione con il suo core business dei pagamenti?”, afferma Taylor a Forbes.com. “I pagamenti da conto a conto potrebbero potenzialmente avere un costo inferiore rispetto ai pagamenti con carta per consumatori e aziende, il che a sua volta significa meno entrate per Visa”. Dall’altra parte, Visa ha osservato che Tink è soltanto una delle centinaia di attività bancarie aperte in Europa e il panorama normativo nel continente è molto diverso da quello degli Stati Uniti. Tink e molte altre fintech in Europa sono emerse negli ultimi anni in seguito alle regole dell’Unione Europea che obbligavano le banche a condividere i dati finanziari dei clienti consenzienti con società terze nel tentativo di aumentare la concorrenza.
Nata nel 2012 con l’obiettivo di creare un’app per la gestione delle finanze personali, adesso Tink utilizza la sua tecnologia per aiutare diverse banche e fintech in Europa a creare prodotti per l’aggregazione dei dati finanziari dei clienti. Oggi, in seguito all’operazione con Visa, si appresta a diventare uno degli acceleratori principali dell’open banking in Europa.
[ad_2]
Source link