[ad_1]
Articolo tratto dal numero di gennaio 2022 di Forbes Italia. Abbonati!
Un approccio innovativo al canale della distribuzione tradizionale. Una politica che privilegia la sicurezza e la crescita professionale dei propri dipendenti. Una forte attenzione alla sostenibilità ambientale e al territorio. Grazie a queste scelte strategiche, Cromology Italia, conosciuta in Italia per i marchi MaxMeyer, Duco, Baldini Vernici, Settef e Viero, è riuscita, negli ultimi anni, a rafforzare la sua posizione nel mercato nazionale delle vernici e pitture per l’edilizia, aumentando il giro d’affari e, soprattutto, ottenendo ottimi risultati sul fronte della marginalità.
L’azienda di Porcari, nei pressi di Lucca, 300 collaboratori e 100 consulenti commerciali, due siti produttivi di 80mila metri quadrati, un hub logistico di 45mila metri quadrati in provincia di Pisa e un centro di ricerca, è parte di Cromology Group. La multinazionale, con un giro d’affari di 800 milioni di euro, è operativa anche in Francia, Spagna, Portogallo, Svizzera, Belgio e Marocco, e attualmente è coinvolta in un processo di acquisizione da parte di Nippon Paint/Duluxgroup. L’operazione permetterebbe a Cromology di diventare la piattaforma di sviluppo europea del quarto player mondiale del settore, mantenendo la sua attuale identità.
In Italia l’azienda opera in un mercato molto frammentato con circa 700 produttori all’opera, la maggior parte di piccola dimensione. Il giro d’affari è intorno a 1,2 miliardi di euro, ma i primi dieci produttori rappresentano meno del 30% del comparto. Tra questi Cromology è leader con una quota di circa il 7%. “Questo settore è da sempre caratterizzato da dinamiche focalizzate esclusivamente su politiche di sell-in”, spiega Massimiliano Bianchi (nella foto), da vent’anni in Cromology Italia e dal 2015 amministratore delegato. “I produttori si sono storicamente limitati a vendere i propri prodotti al distributore ma raramente si sono occupati di sviluppare politiche di sell-out. Dal 2017 Cromology ha dunque deciso di intervenire in questa area con un nuovo approccio strategico, caratterizzato dal concetto di partnership”.
Cromology, ha così stabilito con i clienti un rapporto di tipo win-win. “I nostri consulenti commerciali affiancano il distributore e lo aiutano a definire il suo ‘piano di sviluppo’. Per loro abbiamo messo a punto Prisma, un contenitore che racchiude gli strumenti a disposizione del rivenditore per migliorare le performance commerciali della propria attività. Prisma supporta l’imprenditore ad affermare la propria identità come punto di riferimento della propria area, a rendere più efficace il layout del punto vendita, a fidelizzare i clienti, a utilizzare il digitale per targetizzare la clientela e ad accrescere le sue competenze attingendo alla nostra offerta formativa”.
Cromology investe molte risorse anche per la crescita professionale dei propri dipendenti e consulenti commerciali. “Siamo riusciti così a far evolvere i nostri agenti da venditori dei nostri marchi a veri e propri ambasciatori del mondo Cromology, nonché dei consulenti che accompagnano il distributore nelle loro scelte strategiche”.
Il nuovo percorso coinvolge anche le persone all’interno dell’azienda, dove l’ambiente di lavoro è psicologicamente e fisicamente sicuro. “Dipendenti e collaboratori si sentono liberi di poter dialogare ed esprimere la propria opinione a tutti i livelli dell’organizzazione. Inoltre, promuoviamo una cultura che privilegia la crescita dei talenti interni con programmi di formazione e sviluppo. In Cromology l’attenzione per la sicurezza delle persone è poi la nostra priorità quotidiana, come dimostra il fatto che lo stabilimento di Resana ha superato i 4.500 giorni senza infortuni”.
Cromology ha a cuore il ruolo che ricopre nella società e nella comunità in cui opera. Il primo impegno è quello sulla sostenibilità ambientale. “Ad oggi il 100% dell’energia utilizzata nei nostri stabilimenti proviene da fonti rinnovabili, abbiamo avviato un percorso finalizzato all’azzeramento dei rifiuti attraverso il riutilizzo degli scarti di produzione. Inoltre, tutti i nostri prodotti hanno avviato il percorso per l’ottenimento della certificazione Epd (Environmental product declaration, la dichiarazione ambientale di un prodotto, ndr)”. L’azienda non si occupa però solo di ambiente. Cromology for Children supporta organizzazioni che intervengono a favore di bambini meno fortunati, Cromology per l’Arte sostiene gli artisti che attraverso il colore creano bellezza e migliorano gli spazi della collettività, mentre In Aula con Cromology permette, infine, ai loro esperti di collaborare con alcune università italiane attraverso la partecipazione a master class e la testimonianza in case study.
Grazie al percorso inaugurato quattro anni fa, e anche alla luce di un mercato dell’edilizia che ha svoltato in positivo potendo contare sul sostegno degli incentivi governativi, a partire dal Superbonus 110%, Cromology Italia ha visto crescere dal 2017 il giro d’affari complessivamente di oltre il 15%, con un’accelerazione negli ultimi anni. “Il 2020”, conclude Bianchi, “è stato un esercizio con risultati molto positivi, con l’Ebitda in particolare che ha superato il 15% del fatturato con un valore triplicato rispetto al 2017”. Squadra che vince non si cambia. E dunque, guardando al futuro, Cromology Italia “proseguirà nell’evoluzione della strategia di partnership verso i propri interlocutori, e continuerà a investire sulla sostenibilità ambientale, su prodotti attenti alla salute delle persone, potenziando l’innovazione e la digitalizzazione, con l’obiettivo di continuare a creare valore per il nostro cliente”.
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it Iscriviti
[ad_2]
Source link