expo e workshop di Federico Calogero all’Exante Studio

Autore: Andrea Celi

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MESSINA. Giovedì 14 Aprile 2022 dalle ore 18:30 presso la galleria Exante Studio al num.7 di via Nicola Fabrizi, sarà possibile assistere e partecipare al workshop dell’artista messinese Federico Calogero, che per l’occasione si esibirà in una performance live. L’artista realizzerà un’opera ex-novo, seguendo lo stesso stile e struttura di quelle già presenti in mostra. Ai partecipanti verrà donato un ritratto d’ artista, creato in estemporanea, proprio con la stessa tecnica che contraddistingue le opere del fotografo messinese, ormai romano d’ adozione, e che hanno portato al successo il suo lavoro “Senza memoria, senza sentimento” tra premi vinti in Italia e nomination in contest come il londinese “Fine Art
Photography Awards” per la categoria Conceptual 2022.

Federico Calogero, come tanti altri giovani messinesi, ha sentito l’esigenza di lasciare la comfort zone cittadina per andare alla ricerca di se stesso e di nuovi stimoli, dando spazio e modo alla propria strada creativa di fiorire, alimentarsi e concretizzarsi. Frequentava ancora l’Istituto Jaci, quando ha iniziato a prendere coscienza del fatto che la sua non è una mente particolarmente in sintonia con i numeri, ma con l’essenza delle immagini, con quelle parole non scritte e quelle sensazioni difficili da raccontare se non attraverso uno scatto. Da sempre appassionato di fotografia inizia da autodidatta, e una volta terminati gli studi, dopo una breve parentesi alla Facoltà di lettere, inizia a lavorare come fotografo freelance
in città ed in giro per il mondo. L’ adrenalina accumulata durante i viaggi, la voglia di autodeterminarsi, e la passione ed esigenza impellente di comunicare sempre più tramite la fotografia, lo spingono a mettersi in gioco, e una volta vinta una borsa di studi allo IED approda a Roma che diventa, ed è tutt’ ora, la sua seconda casa. Tra un obiettivo fotografico da assecondare, esami da preparare, lezioni da seguire, contaminazioni della vita romana che arricchiscono di input artistici la sua personalità, e collaborazioni con varie testate giornalistiche locali, tra cui in primis Scomodo, Federico trova il tempo di dedicarsi non solo al suo primo libro d’ artista, terminato nel 2020, ma anche di tramutarlo in una mostra interattiva ed
itinerante.

“Senza memoria, senza sentimento”, è un libro fotografico scaturito da un episodio di vita vissuta abbastanza personale, come quello della fine di una storia d’ amore e di tutte le conseguenze del caso. È un taccuino intimo, un diario dove le immagini, che altro non sono se non il frutto di fotogrammi letteralmente trasferiti, vengono scandite da pause, pagine bianche, pagine scure, parole, tagli e profonde emozioni, con il fine di custodire il dono più prezioso che abbiamo, ovvero la memoria. Memoria del passato e memoria del presente si intrecciano in una profonda indagine introspettiva dell’io di adesso e dell’io d’ allora dell’artista, che ci dimostra, condividendo le sue creazioni, quanto la memoria di ognuno di noi possa essere fondamentale per capire chi siamo, chi eravamo, chi siamo diventati e cosa potremo diventare. Una visione dinamica, ed un invito ad una chiave di lettura dinamica e mutevole, in contrapposizione a delle immagini apparentemente statiche ma che racchiudono un mondo di risposte da scoprire, e che se guardate nel modo giusto aprono la mente ad innumerevoli movimenti visivi e cognitivi. La memoria diventa, dunque, un vero e proprio linguaggio tradotto in modo sperimentale da immagini create attraverso la tecnica del “transfer”, scelta per enfatizzare ulteriormente il tutto, grazie al concetto di incisione. Per Federico giocano un ruolo fondamentale le sensazioni e le emozioni. Parte dalle foto per
arrivare, tramite la sua ricerca di linguaggio sperimentale ed etereo, al cuore delle cose e all’ essenza dell’essere. Parola d’ ordine condivisione, le sue opere, infatti, non sono mai autocelebrative o fino a sé stesse, ma sono messe a disposizione della collettività, affinché chiunque le scruti possa iniziare un personale iter alla ricerca del proprio io.

Per la prima volta, adesso, porta e presenta, a Messina, il suo libro d’ autore tramite l’omonima mostra “Senza memoria, senza sentimento”, ospitata per l’appunto nei locali della galleria d’arte EXANTE, e visitabile dal 2 Aprile fino al 24 Aprile 2022.

«È stato fondamentale per me far arrivare le mie opere a Messina -precisa Federico- nella città dove sono nato e cresciuto, nella città dove chi mi conosce ha sempre visto solo e soltanto un lato di me, forse l’unico lato che ero capace di vedere io stesso prima di andare via. Andare via serve per mettersi a nudo, e per riuscire a capire ed imparare a mostrarsi, davvero, per quello che si è fino in fondo. È fondamentale, dunque, non tanto per lo stereotipato concetto del ritorno a casa, ma per mostrare e presentare il mio lavoro a chi mi conosceva o a chi non mi conosce, presentando al tempo stesso anche il nuovo me. La mia nuova persona, o meglio la nuova parte di me che ho conosciuto e che adesso so mostrare. Mi piace l’idea che qualcuno entrerà a visitare la mia mostra con la piena certezza di conoscermi, e ne uscirà sorpreso e scombussolato apprendendo ciò che sono diventato»

La mostra è articolata secondo un concept minimal, ma allo stesso tempo molto particolare ed intimo. Al centro della stanza c’è un’istallazione rappresentata proprio dal libro d’ artista, fluttuante, e appeso tramite un filo invisibile ad altezza visitatore e intorno, alle pareti, appesi tramite dei chiodi ma proiettati verso chi li osserva, e dunque non ben adesi al muro, si trovano i singoli fogli esplosi da “Senza memoria, senza sentimento”.

«Ogni foglio non è una sterile copia fac-simile, ma un opera inedita su tele di carta 100% in cotone, in cui l’incisione di stampa viene riprodotta tramite la tecnica del contatto, con tratti bianchi e neri, che ricordano molto i disegni fatti con il carboncino- spiega Federico -mentre il fluttuare del libro d’ artista, all’ interno dello spazio centrale, è indispensabile sia per rimarcare il concetto intrinseco di delicatezza che sprigiona al suo interno e che rimanda, anche, al suggerimento di maneggiarlo e sfogliarlo con cura, sia perché è il fulcro dell’interazione, tassello importante e cardine della mia mostra, ed è posto là appeso proprio come un ostacolo in cui imbattersi prima di approdare ai fogli alle pareti. L’ installazione, in questo caso, è un vero e proprio invito volto a contrastare un diffuso divieto nel mondo delle opere d’ arte, ovvero proprio quello di poterle toccare. Più sai che una cosa non puoi toccarla, più la vuoi toccare. Trovo che toccare l’arte, toccare le opere, avere la possibilità di poter allungare una mano e farlo sul serio, sia indispensabile per entrarci profondamente in contatto e coglierne il lato emozionale completo. Dal tocco, dal contatto, dall’ usura del tempo, l’arte può trarre solo giovamento»

Esposte su di un tavolo, ci saranno le altre tre creazioni dell’artista, legate da un invisibile filo conduttore all’ opera protagonista della mostra. Si tratta sempre di tre libri d’ artista, tre ulteriori libri fotografici, in cui l’autore usa le stesse tecniche usate nel lavoro principale, ma mosso da tematiche apparentemente diverse, che in realtà viaggiano tutte sulla stessa lunghezza d’ onda del dialogo con la memoria. Il primo libro intitolato “Sotto il cielo di Roma tutto brucia”, non è altro che una bussola interattiva, fatta di diapositive e di immagini da muovere e posizionare in modo tale da trovare la giusta retroilluminazione per comprendere come orientarsi ed interagire in un determinato spazio. È un’opera ricca di introspezione dove Federico passa da “io creatore” ad “io fruitore”. Il tema centrale è un diretto parallelismo che riguarda il quartiere Cep di Messina, dove Federico è nato e cresciuto, insieme a tutti quei pensieri sul perché andare via e sull’ ipotesi di tornare, ed il suo quartiere d’ adozione attuale romano Primavalle che non solo ricorda tanto quello natio, ma che gli trasmette la sensazione di conoscere ed essere già stato in luoghi in realtà da lui mai visti prima di arrivarci.

Il secondo libro è un Volume II di “Senza memoria, senza sentimento”, in cui l’autore si è posto una semplice e difficile domanda: “e se lavorassi ad una memoria non mia?”. Così Federico ha usato l’archivio delle foto del nonno, nonno mai conosciuto di persona poiché venuto a mancare prima che lui nascesse, immaginando di poterlo conoscere come se quelle foto fossero state scattate adesso dall’ io nipote.

Il terzo libro, infine, nasce sempre dalla voglia di dialogare, ma si sviluppa tramite un percorso che ha un punto di partenza totalmente differente dagli altri. Federico durante la pandemia inizia a studiare i social ed il loro ruolo nelle relazioni, approfondendo soprattutto Tinder e lo studio delle relazioni “post-pandemia”.

Di particolare ispirazione è stato il match con Tina, una donna sessantenne italofinlandese dalla personalità
molto coinvolgente ed interessante. Segue, dunque, un intenso periodo relazionale di circa 8-9 mesi interamente documentato, di continua frequentazione, fervida attività intellettuale ed intime confessioni, che porta Federico alla scoperta più profonda di Tina e ad approfondire il concetto di solitudine. Solitudine che fino a quel momento, lui, non aveva mai saputo cogliere negli altri come sinonimo di libertà. Tina, infatti, non è sola, è libera. Libera per scelta, libera per paura che proprio legandosi poi avrebbe corso il pericolo di restare sola. Mettendo ordine tra tutto il materiale raccolto, fatto di messaggi, post-it, foto e video, Federico sceglie di seguire e raccontare 24h in particolare dando, così, vita a “Un giorno con Tina”.

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